CHI SONO

Non aggiusto figli, progetto strategie familiari.

Tutta la mia vita è stata come un viaggio dell’eroe, la premessa indispensabile per diventare ciò che sono oggi: un architetto delle relazioni.

Sono stato un adolescente molto sofferente, immerso in un contesto che la sofferenza non la poteva vedere.

Vedremo come questa mancanza di spazio per contenere le emozioni adolescenziali, sia di fatto la vera causa di quasi tutti i problemi che iniziano quando i figli entrano nella pre-adolescenza.

Per questo motivo affermo di non aggiustare i figli, non perché i figli siano perfetti così come sono, non è questo il punto.

Il punto è un altro: per importanza vengono prima la qualità, la profondità e la flessibilità del contesto familiare.

La mia tesi è questa: i problemi dei figli, o con i figli, sono sempre una conseguenza delle dinamiche familiari.

Ma mettiamo il caso che la causa del problema sia altrove, al di fuori del contesto familiare.

Su quelle ipotetiche cause esterne non hai nessun potere di cambiarle, il che mi porta a dire che al loro cospetto ti metterai facilmente nel ruolo delle vittima….impotente.

Invece hai il potere, e non sai quanto tuo figlio voglia che tu lo eserciti, di agire sulle dinamiche del contesto per attutire, gestire, e finanche sfruttare quelle cause esterne.

Sono stato un adolescente che, per il mondo degli adulti, doveva essere aggiustato.

Per fortuna che non mi sono fatto piegare: non è stato né facile, né privo di rischi, ma come tutti i viaggi di questo tipo, alla fine te ne esci fuori con un dono.

Questo dono sono ormai trent’anni che lo porto alle famiglie, ma non a tutte, che solo alcuni genitori sono pronti a guardare la luna, mentre tutti si concentrano sul dito che la indica.

Considero la maggior parte degli approcci che mirano a “sistemare” i figli, seppur sempre in buona fede, come aggressivi.

Aggressivi perché sono approcci:

  • Poco rispettosi della storia, e dell’equilibrio, unici di quella famiglia.
  • Orientati alla cura del sintomo, non alla crescita del contesto.
  • Destinati a fallire o, peggio, ad aggravare il problema, perché spegnendo la protesta del figlio, si spegne anche l’opportunità di crescita per tutti.

Il risultato di quei metodi? “Operazione riuscita, paziente deceduto”.

Il sintomo scompare, ma la famiglia, a partire dal figlio, perde la sua vitalità.

Non è un buon affare.

La mia storia è unica, ma ci parla di una verità che riguarda anche te.

Il bravo bambino: la quiete prima della tempesta

Fino alla fine delle scuole medie sono stato un figlio modello, bravo a scuola, nello sport, suonavo la fisarmonica, andavo a scuola di ballo, aiutavo a casa a cucinare, a pulire o a fare le lavatrici.

Ho vissuto, poi, una fase intermedia, che va dalla fine delle scuola media al diploma; in questa fase è iniziata la mia discesa agli inferi, ma nessuno in famiglia, a scuola o nella squadra di basket, se n’era accorto.

Nessuno ha notato che stavo andando alla deriva, si fermavano all’apparenza, ed era facile farlo perché ciò che appariva faceva presagire tutto, ma non che fossi in una parabola discendente.

La scuola continuava ad andare bene; ero uno dei primi della classe.
Lo sport idem, ero il capitano della squadra e giocavo con impegno e passione.
Aiutavo spesso i miei genitori…

Insomma, tutto sembrava andare per il verso giusto, ma ciò che ho imparato negli anni successivi, è che i segnali del malessere erano già evidenti, solo che i miei genitori, così come i professori, il prete o l’allenatore:

1) Non avevano gli strumenti per vederli.
2) Preferivano illudersi che tutto stesse andando per il verso giusto…

I miei genitori, molto impegnati nel non farci mancare niente, in realtà ci stavano facendo mancare le cose più preziose.

Durante l’adolescenza, nascosi il mio malessere. Non volevo addolorarli ulteriormente. Ma sotto la superficie, un meccanismo inesorabile era in moto:

Lo Schema della Rabbia.

  1. Bisogni insoddisfatti (il più grande: essere visto per chi ero) generano Delusione.
  2. La Delusione accumulata diventa Dolore.
  3. Il Dolore insopportabile esplode in Rabbia.

La rabbia non era il mio vero problema. Era la soluzione disperata per non sentire il dolore. E quando anche la rabbia divenne insostenibile, trovai un’ultima, tragica “soluzione”: la dipendenza.

A 25 anni, il tappo saltò. L’eroe bravo e perfetto esplose, rivelando la fragorosa tempesta che covava da una vita.

E se ti stai chiedendo: “ma quali dolori potrà mai avere mio figlio, visto che ha tutto, che gli diciamo sempre che gli vogliamo bene o che l’abbiamo messo al centro del sistema solare familiare?”.

Ti rispondo che i dolori ci sono sempre, perché i nostri bisogni non sono questi, o solo questi, ce n’è sempre uno più importante: il bisogno di essere visti nella nostra essenza, e questo bisogno è quasi sempre deluso, anche nelle “migliori” famiglie.

L’incontro con il Mentore.

Ero disperato, mi sentivo profondamente solo, e non mi faccio un problema a dire che più di una volta avevo provato a metterci la parola “FINE”.

Non mi vergogno delle mie cadute, e delle ferite che mi sono procurato, perché sono proprio queste cicatrici che mi hanno fatto diventare la persona che sono oggi, ma non c’è l’avrei fatta senza l’incontro con il mio mentore.

Uno Psichiatra un po’ alternativo o poco ortodosso.

Lo conobbi all’università di Urbino dove teneva un seminario in collaborazione con la cattedra di Sociologia 1.

Quella è stata la prima volta che un rappresentante del mondo degli adulti catturò la mia attenzione, io rimasi piacevolmente folgorato sulla via di Damasco.

Prima di quell’incontro nessuno era riuscito ad intercettare il mio malessere, e tutti mi facevano sentire come quello sbagliato da aggiustare.

Le sue prime parole mi liberarono: fu come se quel macigno che avevo sul petto, che non mi faceva né respirare, né piangere, fosse diventato, ad un tratto, più leggero.

“Caro Paride, il tuo problema non è la dipendenza, ma la rabbia che hai dentro che, con molta probabilità hai provato a far vedere ai tuoi, ma senza essere né ascoltato, né tanto meno capito. 

Poi aggiunse: “e quando la rabbia non sei più riuscito a tenerla dentro, è stata giudicata come una minaccia per il contesto”. 

“La dipendenza, continuò, è la soluzione che hai trovato, non è il problema, ma per gli altri la soluzione era il problema, così ti sei trovato idealmente di fronte a due alternative: 

O continuavi a mettere fuori la rabbia, nella speranza inconscia che qualcuno potesse intercettare il tuo malessere.

O dovevi trovare il modo di metterla a tacere, anche se è solo un’illusione; a questo ti sono servite le sostanze

Quella frase cambiò per sempre il mio modo di guardare alle relazioni.

Oggi aiuto mamme come te a:

 🎯 Smettere di inseguire i sintomi – perché punire, o implorare, tuo figlio non funziona.
 🎯 Trovare il bandolo della matassa – scoprendo le vere cause nascoste dietro i comportamenti.
 🎯 Passare da “che devo fare?” a “come devo essere?” – perché il tuo stato interiore è ciò che trasforma davvero la relazione.


Cosa rende unico il mio approccio

 🔹 Non lavoro sul figlio, ma sulle dinamiche del sistema familiare

Il modo più intelligente di affrontare il disagio di un adolescente è cercare le connessioni tra il problema e il contesto familiare: lì abbiamo il potere di agire.

 🔹 Ti insegno a leggere ciò che non viene detto

Silenzi, sguardi e toni di voce rivelano molto più delle parole.

 🔹 Trasformo la confusione in chiarezza strategica

Per agire invece di reagire 

🔹 Ti aiuto a riconoscere dove si annida l’aggressività

Perché è presente in ogni contesto, anche quando non sembra.


Mamma Start: la mappa per capire e trasformare le relazioni

Con Mamma Start avrai:

  • La consapevolezza per fermarti prima di reagire (in quello spazio vuoto tra stimolo e risposta può nascere qualcosa di nuovo).
  • La capacità di leggere ciò che non viene detto.
  • La sicurezza di agire con precisione chirurgica, invece di procedere a tentoni.

E il beneficio più grande?

Quando cambi il punto di vista sul problema, anche il problema inizia a cambiare.

Perché il tuo atteggiamento e la tua energia sono la leva più potente che hai.

Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.

Con Leggerezza e Grinta, Paride.