La rabbia di un adolescente non diminuisce quando viene gestita, ma quando l’abbracci.
La rabbia la conosco benissimo, perché è stata una mia fedele compagna di viaggio per tantissimi anni.
La rabbia non si può sostenere per troppo tempo.
Dopo un po’ di tempo serve trovare delle soluzioni per metterla a tacere, o almeno averne l’illusione.
La mia soluzione sono state le dipendenze che, al pari della rabbia stessa, diciamo che non fanno niente per non farsi vedere.
E le tue soluzioni, quali sono?
Non mi dire che pensi che la rabbia non ti riguardi perché, anche se io ancora non ti conosco, posso assicurarti, per esperienza professionale, che riguarda un po’ tutti.
Per abbracciare la rabbia di tuo figlio, dovresti prima abbracciare la tua, e non solo la rabbia, ma anche quello che ci sta sotto, adesso lo vedremo, ma prima conosciamo un po’ queste emozioni.
Le emozioni sono onde d’energia, e la rabbia è quella più visibile e minacciosa.
L’energia è vita, e l’energia delle emozioni sono il colore con cui dipingiamo la nostra tela.
Il problema non è la rabbia in se.
Ma se proprio vogliamo parlare di problema, allora possiamo dire che il vero problema è l’effetto che quell’energia fa su di te.
Hai mai sentito dire che la distinzione tra emozioni positive e negative, è un falso?
Proprio così, perché non esistono emozioni negative.
Le emozioni ci servono per orientarci nella vita, quindi hanno tutte una loro utilità: anche la rabbia.
Vediamone alcune: quale messaggio veicolano?
- Gioia\Felicità. Il nostro corpo ci sta dicendo che quella cosa va bene per noi e quindi andare avanti così, perseverare in quella direzione.
- Tristezza. C’è qualcosa che devo accettare. Pensa ad un lutto, che posso solo accettare. Nel momento in cui l’accetto, la tristezza se ne va o si mitiga.
- Paura. Fai attenzione, c’è qualcosa che può essere male per te e quindi da evitare.
e la rabbia?
- Rabbia. Il mio corpo mi dice che c’è qualche mio bisogno non soddisfatto.
Lo schema della rabbia è questo.
All’inizio c’è sempre un bisogno (non soddisfatto), quindi c’è una ➣delusione, che dopo un po’ inizia a generare ➣dolore. Il dolore, ad un certo punto, diventa troppo, ed ecco che arriva lei ➣la rabbia.
- La rabbia ci dice di fare due cose.
- Conoscere quel bisogno e provare a soddisfarlo
- Accettare quel dolore
Combattere la rabbia, o provare a gestirla, equivale a non vedere ne il bisogno, ne il dolore, di quella persona.
Le tecniche per la gestione della rabbia, al pari di quelle comunicative, servono a noi, anche se ci diciamo che servono al figlio: non è così.
Servono per non risvegliare i tuoi dolori, ed è una difesa comprensibile, non è questo il punto: ma serve?
Ogni qual volta proviamo a spegnere la rabbia, giustificandoci con la paura, o sbandierando il valore del rispetto, di fatto stiamo riducendo la vitalità del ragazzo.
Dobbiamo spegnere lui, perché rischiamo che la sua rabbia risvegli la nostra, insieme ai dolori che l’hanno generata.
In pratica, le tecniche per la gestione della rabbia, altro non fanno che spegnere la vitalità di tutto il contesto familiare.
Adesso entriamo in un altro mondo….
Potresti mai immaginare il mare senza le onde?

Uno stagno è senza onde, ma quando la vita ristagna non è un buon segno, o no?
Il Paradosso: Più appiattiamo le onde, più ci saranno tempeste.
Il problema con le onde emotive è questo: più cerchiamo di appiattirle, più creiamo le condizioni per quelle rabbiose. 🔗
Quando appiattisci la rabbia in superficie, il movimento ondulatorio continua nelle profondità.
Cosa succede a tuo figlio quando nasconde la rabbia?
- Deve fingere. (Inizierà a nascondere la rabbia per non incorrere in sanzioni).
- Deve anestetizzarsi. (Riduce la sua vitalità per non sentire il dolore).
- Si allontana dai suoi bisogni. (Per non rimanere deluso).
Ti rimetto lo schema delle rabbia: 1. Bisogni non soddisfatti = 2. Delusione = 3. Dolore = 4. Rabbia.
L’Anestesia Non Dura per Sempre.
Puoi congelare le emozioni, puoi dirti di non avere bisogni ma, ad un certo punto, rabbia e dolore riprendono a farsi sentire, e peggio di prima.
A quel punto, servono altre soluzioni per tenerle a bada, per me è stato l’uso di sostanze, ma ce ne sono tantissime altre socialmente accettate.
E la Mamma? La Soluzione Invisibile.
Se io sono una mamma che ha problemi con la rabbia perché non la posso far vedere, quale potrebbe essere la mia soluzione?
Mi sacrifico per gli altri. Sono sempre pronta a esaudire i bisogni di tutti, e non mi fermo mai.
La mia soluzione consiste nel negare i miei bisogni profondi, per non rimanere delusa. Per non sentire il dolore e la rabbia.
Ora, in tutta sincerità: la mamma in questione si sacrifica per il bene solo dei figli, o non si sta facendo largo in te l’idea che lo stia facendo anche per non stare male lei?
Rabbia: problema o risorsa?
La rabbia è semplicemente un messaggio da decifrare. 🔗
Il problema, l’abbiamo visto, non è la rabbia in se, ma che cosa provoca dentro di te l’incontro con la rabbia altrui, come quella di tuo figlio.
Tanto più la rabbia di tuo figlio risveglia la tua, e il dolore che l’ha generata, tanto più la sua rabbia per te sarà un problema.
Quindi non è un problema oggettivo, come molti sono portati a credere per difendersi.
Parlo di “dolore”, ma non vorrei che pensassi solo a quelli più grandi o eclatanti. Tanti dolori sono piccoli, ma siccome si protraggono nel tempo, diventano più pesanti di quelli più vistosi, come può essere un lutto.
Se alzi un bicchiere pieno d’acqua per berlo, non sarà un problema, ma prova a sorreggerlo per molto tempo, e il peso diventerà presto insostenibile. 🔗
Le resistenze
Quando la rabbia dell’altro entra in risonanza con la nostra, è normale entrare in modalità protezione.
Non vogliamo stare male oggi come siamo stati male allora.
Non vogliamo, nel modo più assoluto, risvegliarci dall’anestesia.
Ci difendiamo, difendiamo il nostro equilibrio, ed normale, lo ripeto.
Il problema non è la resistenza in se, ma il problema sopraggiunge quando quella difesa finisce con lo spegnere la vita tua e di chi ti sta vicino.
Il problema, con le resistenze, è che sanno fare bene il loro lavoro.
Sono subdole, e sanno nascondersi benissimo, perché tu non ti devi accorgere che ti stai difendendo, ma devi avere la sensazione che stai proteggendo tuo figlio e la sua vita.
In conclusione
La rabbia è sempre la conseguenza di un dolore.
Non hai paura della rabbia di tuo figlio, ma della tua.
Gestire, o spegnere, la rabbia in tuo figlio, anche se ti sembra l’opzione più saggia, in realtà non lo è.
Molto più efficace è lavorare sulla comprensione del problema “rabbia”, un po’ come abbiamo fatto in questo articolo.
Poi serve fare queste cose in sequenza:
- Mettere uno spazio vuoto tra lo stimolo, la rabbia di tuo figlio, e la tua reazione automatica.
- Non giudicare la rabbia di tuo figlio e lasciagli lo spazio per esprimerla.
- Esercitati a stare vicino alla rabbia di tuo figlio
Tuo figlio ti sta dicendo:
“Se tu hai paura della mia rabbia, (perché hai paura della tua), anche io avrò paura della mia stessa rabbia, e mi sentirò sbagliato, anche se non era mia intenzione essere aggressivo verso di te.”
“Se tu, che sei la persona più importante della mia vita, respingi la mia rabbia e ti fermi davanti al muro che ho tirato su tra noi, io inizierò a pensare che non troverò mai nessuno, la fuori, che mi accetterà così come sono.”
La Mappa per Uscire dal Labirinto.
Io lo so che non è facile cambiare atteggiamento, perché dietro ci sono alcune credenze molto radicate.
La rabbia non è il vero problema, l’abbiamo visto, il vero problema è il dolore, ma ancora di più lo è la risposta del contesto familiare.
Più il contesto familiare combatte la rabbia del figlio, più quella aumenterà, e non è un buon affare.
E non lo dico io, perché sicuramente hai già constatato che le cose stanno proprio così.
La rabbia, al pari di molti altri problemi, la puoi considerare una minaccia, e ci perdete tutti, o un’opportunità.
Per far sì che sia un’opportunità, serve collegare la rabbia specifica di tuo figlio, alla tua, e più in generale collegandola alla dinamiche del sistema familiare.
Per questo ti serve una mappa che faccia emergere in modo chiaro queste connessioni.
Su quelle connessioni hai il potere di agire, e puoi sfruttare la rabbia come un propulsore per rivitalizzare tutto il contesto
Una mappa che ti permette di:
- Decifrare il codice dell’opposizione di tuo figlio e capire qual è il vero bisogno nascosto.
- Distinguere la tua storia dalla sua, per non reagire più d’impulso alle sue provocazioni.
- Trasformare il conflitto da campo di battaglia a spazio sacro di incontro e conoscenza.
Questo è Mamma Start, la consulenza attraverso al quale ti aiuto ad avere un quadro chiaro delle situazione.
L’alternativa, che è ciò che in cuor tuo non vuoi, consiste, di fatto, nell’obbligare tuo figlio a rinnegare la rabbia e il dolore che ci sta dietro: questa è la vera minaccia.
Con Leggerezza e Grinta, Paride.
FAQ – Domande Frequenti
1. Perché non dovrei semplicemente cercare di calmare o gestire la rabbia di mio figlio?
Perché combattere o “spegnere” la rabbia equivale a ignorare il vero problema: un bisogno insoddisfatto e il dolore che ne è derivato. Cercare di gestirla è spesso un modo per proteggere noi stessi dal nostro dolore, ma questo spegne la vitalità di tuo figlio e non risolve la causa alla radice.2. Ma la rabbia non è un’emozione negativa e pericolosa?
No, non esistono emozioni negative. La rabbia, come la gioia o la paura, è un’onda di energia che porta un messaggio preciso: ci avvisa che c’è un bisogno importante non soddisfatto. Il problema non è la rabbia in sé, ma come reagiamo alla sua energia e cosa essa risveglia dentro di noi.3. Cosa succede se mio figlio impara a reprimere la sua rabbia?
Reprimere la rabbia non la fa sparire. La costringe a scendere in profondità, portando tuo figlio a:
- Fingere di stare bene.
- Anestetizzarsi (riducendo la sua vitalità).
- Allontanarsi dai propri bisogni per paura della delusione.
Questo, a lungo andare, può portare a scoppi ancora più violenti o a dipendenze (da sostanze o comportamenti) per tenere il dolore a bada.4. Io, come genitore, come faccio ad “abbracciare” la rabbia di mio figlio senza farmi travolgere?
Il primo passo fondamentale è abbracciare la tua rabbia. Se la rabbia di tuo figlio ti spaventa o ti infastidisce profondamente, è molto probabile che stia risvegliando la tua rabbia repressa e i tuoi dolori irrisolti. Mettendo uno spazio tra lo stimolo (la sua rabbia) e la tua reazione automatica, puoi iniziare a non giudicarla e a stargli semplicemente vicino.5. Cosa intende quando dice che “la mamma si sacrifica” è una soluzione invisibile alla rabbia?
Il sacrificio totale per i figli può essere una strategia inconscia per non affrontare la propria rabbia. Negando i propri bisogni, si evita la delusione e il dolore che potrebbero generare. In questo modo, però, non si sta evitando solo il proprio malessere, ma si sta anche insegnando indirettamente ai figli a negare le proprie esigenze profonde.6. Qual è lo schema che genera la rabbia?
Lo schema è una catena di cause ed effetti:
Bisogno non soddisfatto → Delusione → Dolore → Rabbia.
La rabbia è quindi l’ultimo anello della catena. Agire su di essa senza risalire al bisogno iniziale è inutile.7. Cosa posso fare concretamente?
- Fermati: Crea uno spazio vuoto tra la rabbia di tuo figlio e la tua reazione.
- Non giudicare: Lascia che tuo figlio esprima la sua rabbia senza farlo sentire sbagliato.
- Stagli vicino: Esercitati a rimanere presente, anche se è scomodo.
- Lavora su di te: Indaga sulla tua rabbia per non proiettarla su quella di tuo figlio.
8. Mio figlio non sta semplicemente mancando di rispetto?
Quando un adolescente esprime rabbia, spesso non sta attaccando voi, ma sta mostrando il suo dolore. Il messaggio silenzioso è: “Se tu, la persona più importante per me, respingi la mia rabbia, io penserò di essere sbagliato e di non poter essere mai accettato per come sono”. Vedere il comportamento come un sintomo e non come un affronto personale cambia tutto.9. In che modo una consulenza come Mamma Start può aiutarmi?
Mamma Start agisce come una mappa per uscire dal labirinto. Ti aiuta a:
- Decifrare il codice dietro l’opposizione di tuo figlio e trovare il bisogno nascosto.
- Distinguere la tua storia dalla sua, per rompere il circolo vizioso delle reazioni impulsive.
- Trasformare il conflitto da campo di battaglia a uno spazio di incontro e conoscenza reciproca.